Otello: un’anteprima nazionale ha aperto il teatro Cucinelli di Solomeo

otello

Ha aperto Giovedì 20 Ottobre, con un’anteprima Nazionale, la nuova stagione del teatro Cucinelli di Solomeo, mettendo in scena Otello, capolavoro shakespeariano, traduzione e drammaturgia di Letizia Russo, regia di Andrea Baracco.

Un cast tutto al femminile che vuole svestire gli attori dei ruoli che il tempo gli ha attaccato addosso, impedendo la visione profonda di quello che Shakespeare voleva arrivasse alle nostre anime, il male.

Il male come sentimento, emozione fusa tra invidia e gelosia, che acceca e divampa.

Le attrici che nel palco sono essenze e non vivono né vestono generi, ma emanano emozioni con dirompenza ed impeto, trafiggono ed immolano l’animo umano nelle sue fragilità nei suoi concetti più alti, la fragilità dei sentimenti umani.

Ed è così che nella sera di giovedì il palco del teatro Cucinelli ha dato vita ad un capolavoro shakespeariano, entrando nel cuore di noi spettatori estasiati da tanta energia, ipnotizzati da tanto vigore, spezzando la barriera dello sguardo superficiale del genere dell’attore in scena, uomo, donna, femmina, maschio, in quel momento nell’abisso delle emozioni c’era rabbia, paura, gelosia, invidia e amore, tanto puro amore…

E’ attraverso Iago che avviene questa riflessione …”spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull’imprevedibile capacità che abbiamo di generare il male e di accoglierlo come insospettabile parte di noi stessi…”

Andrea Baracco vuole portare il pubblico ad una riflessione profonda tra ciò che è teatro e ciò che è vita…Caso e realtà sono le forze che muovono la storia: “ho scelto il testo di Otello perché da sempre mi accompagna con le sue domande abissali sulla natura delle relazioni umane…. E con un cast tutto femminile non ho voluto fare una scelta estetica ma poetica. È un Inganno, per liberare lo sguardo del pubblico dai pregiudizi sulla storia e i suoi temi, e lasciarsi attraversare dalla terribile consapevolezza che chiunque di noi può, un giorno, trovarsi a giocare il ruolo della vittima o del carnefice, se volontà, fragilità e caso si trovano allineati come astri di una costellazione”.

Niente di più vero e terribile… Siamo equilibristi tra speranza e paura… senza certezza di non cadere.

Sonia Lustrino

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